Corsi veloce a scernereIl mistico gioir,
Qual veltro cui il placidoFido covil smarrito
Vaga fiutando l'aereDall'uno all'altro sito
Sin che all'affetto riedereSuole del suo signor.
Un Eden, quale il fervidoImmaginar d'un Dio
sol sa ideare e compiereS'offerse al guardo mio;
Degli astri il fido e solitoRitrovo genial,
Stretti fra lor in teneriEd amorosi amplessi
Confusi in un sol fulgidoRaggio i rai istessi,
Nuova una luce piovanoSplendente di pallor.
Pura scherzando l'auraInfra odorosi fiori,
Lieve cullando i caliciDai varii colori,
E gli aromati cespiti,
Ed i frondosi albor,
Soave olezzo a spandereIntorno ognor veniva;
Quando la vaga immagineD'una celeste Diva
Assisa in trono splendidoIl guardo m'arrestò.
Mille vezzosi Cherubi
Con armoniosa cetraIntorno ad Ella danzano
Di suoni empiendo l'etra,
E lieti in coro alternanoI cantici del Ciel.
Giù per i nitid'omeriPel sen le bionde chiome
Le discorrean in morbideAnella d'oro come
Cirri di vite; vividoDi luce un nimbo ancor,
Quale corona tremolaLe posa in capo e splende...
Ampia stellata clamideDai fianchi le discende...
Splendeva d'ineffabileBeltade e di virtù.
Era quell'alma vergineIl bel somiglio d'Eva
Pria che all'empie insidieDel colubro cedeva,
Era la primigeniaFigliuola del Signor.
La vidi: arcano fremitoLe fibre mi commosse,
Il cor in dolci palpitiIgnoti ancor si scosse,
Qual chi dubbioso e timidoVuole ad un tempo e svuol,
La fiso; Ell'era l'animaDe' sogni miei d'amore,
Oh quante volte indomitoLa desiava il core
E fra beltadi assiduoSempre cercarla invan.
Ma or ti raggiunsi, è l'esule
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Eden Dio Diva Cherubi Ciel Eva Ell
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