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      - Signore che mai dite, mormorava la giovinetta commossa, io non posso ascoltarvi, partite, le vostre parole...
      - Ebbene le mie parole sgorgano da un cuore che per lungo tempo ho represso ma che ora mi si versa per la bocca. Dal primo dì ch'io v'incontrai non vidi più che voi sulla terra. Attaccato fin d'allora alla vostra esistenza non era più al mondo che là ove eravate, non pensava più a Dio che ove pregavate, vi cercava dappertutto, come la pianta il sole, come l'occhio la luce. Avrei voluto vincere questo amore ma quando mi avvinsero le sue catene, quand'io volli misurarlo avevo già sulla fronte la sua corona di fuoco, gli apparteneva per sempre. Oh sì, io vi amo signora, vi amo colla passione, coll'ardore che s'ama per la prima volta, vi amo come una cosa sacra, come si ama Iddio. Il mio affetto è puro, gli angeli stessi l'accoglierebbero con un sorriso. Deh, non siate crudele, dite una parola eppoi a voi dovrò più ancora che a Dio, poichè se Lui mi ha data la vita voi mi darete la felicità.
      E compreso da potente emozione cogli occhi gonfi di lagrime guardava la fanciulla con uno sguardo lungo, tenero, appassionato.
      Le calde parole dell'amante avvolsero in un nembo di dolci emozioni, di soave languidezza l'anima ardente di Erminia.
      Fu sul punto di confessare tutta ingenuamente la sua passione, ma un segreto senso di pudore le arrestava la parola sulle labbra.
      - Per pietà, non siamo soli, supplicò la giovinetta.
      - Ma non sapete che negarmi il vostro amore vuol dire lasciarmi solo, derelitto in questo mondo, piombato nella più orribile disperazione?


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Una notte fatale ovvero Il ritorno dell'esiliato
Bozzetti Milanesi
di R.A. Porati
Editore Barbini Milano
1872 pagine 159

   





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