Io sortii dal tempio pazzamente innamorato. Ma come avvicinarla, mi dissi, senza incogliere nella scrupolosa sorveglianza che si esercita su quelle fanciulle e comprometterla? Pensai allora di farmi accettare in collegio come maestro di disegno sotto il semplice nome di Flavio, e riuscii. Perdonate, ma i miei sentimenti erano puri, innocenti; volevo meritarmi il suo cuore per farla mia sposa.
- Ma conoscete, disgraziato, la sua famiglia?
- Non ancora, ma la nobiltà non è forse scolpita nel suo volto, nelle sue parole, in ogni suo gesto?
Gervaso parve riflettere; non potè a meno in cuor suo d'ammirare la purezza e la poesia di quel sentimento; indi, rialzato il volto venerando, con voce vibrata ad un tempo ed affettuosa disse:
- Giovinotto, voi lascerete immediatamente questo collegio, e non penserete più ad Erminia.
Flavio fece un atto di dolorosa sorpresa.
- Fate a mio modo, continuò il vecchio, ascoltate un consiglio suggerito dall'esperienza e dal cuore; voi non potete comprendere le amare delusioni cui andate incontro persistendo nel vostro amore ed i dolori che preparate a quella fanciulla. Vi dirò solo che non potrete mai domandare la sua mano.
In questo punto entrava nel boschetto la Direttrice del Collegio.
- Veniva in traccia di voi, signor Flavio, disse la Direttrice colla solita sua gentilezza; le mie signorine v'aspettano coi disegni, ansiose d'avere le vostre correzioni; fatemi adunque il favore a recarvi da loro; avrete certamente di che divertirvi.
- Gli è che il signor Flavio, favellò Gervaso, bisogna che rinunci da questo momento al suo impiego di maestro.
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Flavio Erminia Direttrice Collegio Flavio Direttrice Flavio Gervaso
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