Flavio impallidì.
- Oh! e perchè mai? chiese meravigliata la Direttrice.
- Perchè, rispose Gervaso fissando severamente in volto il sedicente maestro, perchè egli non può fermarsi un minuto di più in questo Collegio.
- Ma davvero, signor Flavio, che ciò mi sorprende. E non potrei conoscere il motivo di tale improvvisa risoluzione?
- Scusate ma per ora non lo potete, rispose Gervaso.
- Almeno ditemi se involontariamente io ne fui la cagione...
- In quanto a questo state certa che il signor Flavio non ha ricevuto da voi che squisiti trattamenti. Anzi col mio mezzo ve ne fa i più sinceri ringraziamenti e vi prega ancora a perdonargli se è costretto a partire all'istante.
Gervaso calcolò su quest'ultima parola.
Flavio sbalordito rimaneva in piedi senza poter profferire una sillaba; si trattava d'abbandonare e forse per sempre la giovinetta ch'egli amava con verace passione e tale pensiero gli stringeva il cuore in una cerchia di ferro.
Indeciso non sapeva appigliarsi a nessun partito onde l'inesorabile vecchio cogliendo il destro gli sussurrò all'orecchio:
- Se non partite io svelo tutto e sarete scacciato.
Queste parole scossero il povero innamorato che guardò Gervaso come chi implora una grazia.
- Almeno ditemi voi se questo vostro proposito sia irrevocabile, disse la Direttrice interrogando Flavio.
- Lo è pur troppo signora, rispose questi facendo un immenso sforzo su sè stesso, bisogna che mi rechi in giornata da' miei parenti.
- In allora, esclamò la Direttrice con voce che pareva commossa, quantunque a malincuore, lo confesso, vi lascio libero della vostra volontà.
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