E gettatesi contemporaneamente le braccia al collo madre e figlia, strette in un tenero amplesso piangevano insieme lacrime di tenerezza.
La madre! Oh i dolci ricordi che questo nome onninamente caro ci evoca nel nostro cuore!
Se noi riandiamo colla mente i begli anni della infanzia noi la vediamo ancora la madre china sulla nostra culla compiacersi del suo gentile portato, sorriderci l'ineffabile sorriso dell'amore.
Noi la vediamo, lieve cullandoci sulle ginocchia guidare le nostre manine al cielo, farcì conoscere Dio col mostrare le stupende sue opere e fra le carezze e i baci, insegnarci a balbettare quel nome che la empie di santa letizia, - mamma.
Chi non si sovviene le lagrime piante sul di lei seno, perchè tutti devono piangere quaggiù, i suoi amorevoli conforti e l'indulgenza, forse soverchia, nel perdonarci i primi falli e i germi d'una religiosa morale provvidamente sviluppati nei giovani nostri cuori?
Chi ha dimenticati i sacrifici durati, forse gli stenti patiti per porci all'elevatezza dei tempi con una completa istruzione, con una educazione completa?
E persino fatti adulti, quantunque la maligna nostra natura spesse fiate ci fe' ingrati ai tanti benefici, che la costringemmo nel segreto della notte versare lagrime amare sui tralignamenti nostri, quante volte non ci siamo destati sotto l'impressione soave de' suoi baci, quante volte ancora chiamati nelle sue braccia gustammo le sublimi dolcezze d'un amore divino.
Oh, solamente colui che non ha avuto una madre o che l'ha perduta troppo bambino può dire d'essere passato solitario nel monito come in un immenso deserto, può dire di non aver vissuto nè amato, gli altri tutti amarono e vissero, travidero dalla terra attraverso le azzurre pupille della madre gli azzurri infiniti del cielo.
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Dio
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