Dunque io sarei di parere di parlarci subito a Nicodemo e così alla buona fra di noi mettere insieme la bisogna. Che te ne pare?
- Sicuro, sarebbe ben fatto.
- Alla buon'ora. Dimmi adunque, Nicodemo è in casa? lo chiamo subito io.
- È sortito stamane e non l'ho più veduto.
- So dove trovarlo; scommetto che è all'Aquila a sorbire il suo solito bicchiere. Vieni, ci andremo anche noi, all'osteria si combinano meglio i negozi.
- Ma ti pare Bastiano... all'osteria insieme... in giorno di lavoro.
- Che scrupoli d'egitto, sì all'osteria; e chi ci vuol proibire d'andarvi? Se beviamo pagheremo noi.
- Capisco, ma gli è che sono denari che si potrebbero risparmiare.
- Non mi far la spilorcia, quest'oggi dev'essere un giorno di festa, dobbiamo farla fuori.
- E alla porta chi ci starà?
- Ecco appunto Marta la cameriera del signor conte che scende le scale; vuoi che ci rifiuti di fermarsi qui un momento in vece nostra? Ehi Marta! signora Marta!
- Cosa volete? rispondeva una bella ragazzotta di vent'anni circa, entrando sorridente, fresca, snella, nello stanzino de' portinaj.
- Perdonate Martina, incominciava la Maddalena, ma venne tosto interrotta da suo marito che disse:
- Taci tu e lascia parlar a me che colla bella Martuccia vado sempre d'accordo.
Ed alzava le mani per pizzicarle le gote.
- Ohe, giù le mani, fece scherzando la cameriera, non vorrei ingelosire vostra moglie.
- Senti Lena, è tutto spirito la briccona!
- Con un po' di corpo; conchiudeva ridendo Marta. Ma infine poi si può sapere per qual ragione m'avete chiamata?
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