Il maggiordomo dovette rassegnarsi.
Tossì il buon uomo e si spurgò il naso, intanto mulinava in mente il modo di impiantare una conversazione. Finalmente incominciò.
- La signorina stava leggendo se non erro?
- Appunto signore, rispose asciutto.
- E potrei, dico... senza mostrarmi indiscreto sapere che cosa mai leggeva di bello?
- Il Canzoniere del Petrarca.
- Diavolo, ecco qua un libro che non conosco quantunque non faccia per dire ma di libri me n'intenda un pochino; si figuri che l'illustrissimo signor conte ne possiede d'ogni sorta e in foglio e legati e grandi e piccoli, ha una biblioteca ricchissima e sono io che gliela tengo in assetto. Dunque vede bene signorina che ho il diritto di esserne perito in materia di volumi! Eppure le confesso, quel suo libro, quel... come ha detto?... Carrozziere del Petrarca non mi è mai capitato sotto il naso. Sarà forse di pubblicazione recente, oppure qualche libercolaccio di quelli che ne sortono a migliaia ogni giorno, che loro signorine leggono tanto volentieri e non fanno invece che suscitarle incendi di fuoco nella testa, farle credere a certe autopsie impossibili, desiderare d'essere la reina di certi anedotti non del tutto moralissimi, stimolarle i sensi ed altre cose che io taccio per non saperle dire.
Questa tirata invece di disporre Erminia all'ilarità la stomacò completamente.
Dotata d'una fina squisitezza e di delicato sentire abborriva quell'ignoranza superba che vuol intendersi e parlare di tutto spacciando strafalcioni che non stanno nè in cielo nè in terra.
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Canzoniere Petrarca Petrarca Erminia
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