Da questo momento Nicodemo le divenne insopportabile; la rispose adunque in modo da lasciar scorgere il di lei malumore.
- Che lei non conosca, o signore, il Canzoniere non mi meraviglio punto, ma però se vuole accettare un buon consiglio si scopra il capo in segno di devoto rispetto tutte le volte che sente nominare questo libro. Poichè si ricordi che il suo autore nato cinquecento anni prima di noi fu quegli che cooperò a prepararci questa lingua così ricca, così soavemente bella, che è perfino peccato che certuni ne facciano un uso indegno.
Il maggiordomo non comprese niente e continuava a rimanere a bocca aperta cogli occhi fissi sulla bella giovinetta.
Dopo un istante di silenzio Erminia aggiunse con visibile impazienza.
- Infine, o signore, posso sapere lo scopo della sua visita?
Nicodemo si scosse e rispose:
- La signorina ha ragione. Ora che il cappello della conversazione è fatto noi possiamo con diritto procedere innanzi. Prima di tutto mi lasci premettere che quello che lei udrà dal mio organo vocale è cosa notoriamente pubblica a' suoi genitori e che anzi io ebbi da loro preventiva e formale autorizzazione a parlargliene. Si tratterebbe insomma d'un matrimonio e siccome, dico... è mio carattere la franchezza così le parlerò senza tanti ambagi; d'un matrimonio, dico... tra me e lei.
Erminia trasalì; volle credere tutto questo una burla di cattivo genere ed indignata stava per scacciare Nicodemo dalla sua presenza ma questi non gliene lasciò il tempo e continuò senza punto sconcertarsi.
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