Pagina (129/159)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Fintantochè Napoleone con uno di quei tratti di giustizia che improntano la sua luminosa carriera ci richiamò in Italia restituendoci gli aviti beni.
      - Qual dubbio mio Dio, qual dubbio! mormorò Gervaso.
      - Dell'infelice mio zio non avemmo più notizie, proseguì Flavio. S'egli sapesse che i tribunali sono autorizzati a ritornare sul suo passato, forse provocherebbe un processo, che io non posso crederlo colpevole.
      - E non lo sarà, ma come provarla la sua innocenza! esclamava Gervaso con un grido d'angoscia, ma continuò tosto colla primitiva calma:
      - E vostro padre non annuirà mai, voi dite, al vostro matrimonio?
      - Lo temo, rispose il giovane abbattuto.
      - Gli parlerò io.
      - Voi?
      - Sì.
      - E sperate?
      - Più di quello che credete.
      - Davvero? Oh, la benedizione del cielo sul vostro capo!
      - Domani sarò da lui.
      - Ci sarò io pure, noi lo pregheremo insieme...
      - No, bisogna che le parli da solo, mi è necessario un abboccamento segreto.
      Gli occhi del giovine si fissarono in papà Gervaso; il mistero di quest'uomo lo stupiva, ma la di lui sicurezza gli richiamò sulle labbra un sorriso di speranza.
      Gervaso continuò:
      - Ed ora giovinetto potete rimontare il vostro cavallo e ricondurvi a casa.
      - Partire! e senza vederla?
      - Non è necessario.
      - Eppure...
      - Non è necessario vi ripeto. Il vecchio pronunciò queste parole in tuono così risoluto da mostrare come sarebbe stata inutile ogni ulteriore insistenza.
      Flavio si alzò; strinse cordialmente la mano che Gervaso gli stendeva e disse:
      - Parto, ma ricordatevi che le mie speranze sono tutte riposte in voi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Una notte fatale ovvero Il ritorno dell'esiliato
Bozzetti Milanesi
di R.A. Porati
Editore Barbini Milano
1872 pagine 159

   





Napoleone Italia Dio Gervaso Flavio Gervaso Gervaso Gervaso