Nicodemo e papà Gervaso discesero.
Quest'ultimo diede una moneta al cocchiere che voltando i cavalli ritornò indietro di galoppo.
Intanto un uomo che sembra attendere in giardino spalanca il cancello ed invita i nuovi arrivati a seguirlo.
Egli prende il largo viale che conduce ad una casetta di geniale apparenza, che si eleva in mezzo ad un boschetto d'alti castani.
La casetta viene schivata ed i nostri personaggi si perdono un'istante nel bosco che diventa più folto dietro l'edificio.
Finalmente riescono sopra un piccolo sentiero che percorrono in tutta la sua lunghezza.
Camminano sempre verso il centro del giardino il quale sembra molto ampio.
Il sentiero mette in un prato cinto da folte quercie in cui Gervaso e Nicodemo trovano il conte Sampieri ed uno sconosciuto davanti ad un tavolo su cui posano due pistole a doppio tiro.
La guida scompare.
Il conte Sampieri muove incontro ai due amici e presenta loro lo sconosciuto pel proprio padrino; era il medico di Melzo.
Gervaso a sua volta presenta Nicodemo.
I due padrini si stringono la mano, e senza profferir parola si recano ad esaminare le armi.
Nicodemo che trema al solo vedere un'arma da fuoco, si rimette in tutto al medico, che presente i due avversari, carica le quattro canne.
- E questo duello sarà adunque assolutamente necessario? proruppe il medico con voce commossa; non vi sarà nessuna via ad un amichevole componimento?
- Nessuna, risposero insieme il conte e papà Gervaso.
- Almeno modifichiamone le condizioni; insistè il medico.
- Ebbi il diritto di proporle, disse secco il conte, e furono accettate.
| |
Gervaso Gervaso Nicodemo Sampieri Sampieri Melzo Nicodemo Gervaso
|