Indi continuò rivolgendosi ai padrini:
- È un duello codesto che gravi circostanze ci obbligano a tener segreto. Nessuno al mondo deve conoscerne le conseguenze tranne voi, o signori, che impegnate la vostra parola d'onore a tacerle in qualunque tempo ed in qualunque circostanza. Chi soccomberà fra noi verrà seppellito nel cimitero di Melzo; egli sarà morto di malattia improvvisa, e voi medico ne farete fede. È un favore ch'io ed il signor Gervaso vi preghiamo a renderci, e non ce lo negherete. La causa di questa partita suprema è una seria questione di famiglia sulla quale non abbiamo potuto metterci d'accordo. Ora alle armi.
Il medico guardò un'ultima volta i due avversari, e vedendoli risolutamente decisi, distribuì loro le pistole.
Vennero prese le distanze, ed ognuno si mise al suo posto.
Il conte, quantunque sembrasse molto calmo, era d'un livido pallore; i capelli in disordine rivolti all'indietro scoprivano una fronte solcata dalle rughe e due occhi d'un'espressione quasi feroce.
Papà Gervaso era più tranquillo; la solennità del momento in luogo di commuoverlo pareva gl'infondesse un vigore insolito.
Gettata la gruccia stava ritto davanti all'avversario, lo sguardo animato da nobile fierezza.
I due padrini si collocarono a fianco del loro rappresentato; i lineamenti di Nicodemo erano quelli d'un uomo fatto ebete dalla paura.
Successe un'istante di silenzio; è quel lugubre silenzio che precede la tempesta.
Finalmente il medico diede il segnale dell'attacco ed i due nemici si mossero lentamente incontro.
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Melzo Gervaso Gervaso Nicodemo
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