Fremo inorridito e mi dispongo a ritornare indietro onde avvertire la autorità del paese, ma qual fu la mia meraviglia nel scorgere una carta fra le dita contratte del cadavere. Credendo ch'essa potesse darmi dei ragguagli intorno a quell'avvenimento mi armo di coraggio, che a dir vero non mi abbandona mai nei momenti solenni, mi chino sull'ufficiale e non senza un certo ribrezzo gli tolgo la carta delle mani. Vi stavano vergate poche parole in carattere rosso; sembravano scritte col sangue. Compresi che quel foglio sarebbe stato un giorno utilissimo a voi, quantunque non vi conoscessi ancora, e l'ho conservato.
- Le parole, la parole! chiede Gervaso con ansia indicibile.
- Sono queste testualmente: Alberto Sampieri battutosi meco in duello si è comportato da leale gentiluomo. E sotto una firma che quella poi non ho saputo leggere.
- È la provvidenza che fa cadere nelle vostre mani quel prezioso documento! disse Flavio a Gervaso reso attonito dalla sorpresa.
- Scusate signore, osservò Nicodemo, non è la provvidenza, sono io che in riguardo alla intensa amicizia che da tanti anni mi lega con nodo dolcissimo al...
- Non bisogna perder tempo zio mio, interruppe Flavio, è necessario presentarsi subito ai tribunali e giacchè ne avete il diritto invocare un processo che vi restituisca l'onore così ingiustamente rapito. Ora che so di non aver più padre, ch'io possa almeno trovare in voi mio unico parente quel tesoro di gioje che sono gli affetti domestici.
Gervaso gli stese cordialmente la mano.
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