Il giorno dopo tutti i giornali di Milano narravano come una sincope avesse freddato il conte Renato Sampieri nella sua villa di Melzo.
CAPITOLO XII.
... L'impetuosa Burrasca s'è calmata;
brilla un raggio di luce verso l'occidente,
ne più il folgore balena al disopradei monti. Il cupo fragore dell'uragano
più non mugge che in lontananza;
all'orizzonte, dalla parte d'oriente, lenubi s'ammonticchiano e omai l'azzurro
dei giorni sereni è ricomparso.
Visconte D'ARLINCOURT.
Portiamoci adesso nello stanzino dei nostri portinaj e gioiremo d'una scena edificante di pace e d'amore.
Vi stanno raccolti Maddalena, Erminia e Flavio; i due amanti siedono molto vicini ed il loro viso esprime una gioja calma, sincera, innocente.
Maddalena è posta un po' in disparte; finge occuparsi in un lavoro d'ago, ma i suoi occhi sono fissi in volto alla figliuola e gode la povera madre contemplando quelle guancie su cui sembrano ritornate le rose della salute.
Flavio cerca con una mano la mano della giovinetta che glie l'abbandona con gaudio trepidante; le loro vergini anime sossultano d'amore.
- Tu sarai mia, le mormora Flavio, oh la bella vita a te daccanto!
- Non è un sogno codesto?
- No, è la più ridente realtà. Oramai nulla più m'impedisce d'amarti.
- Flavio!
- Voglio averti sempre al mio fianco, vivere con te... di te, per te! Oh, io t'amo come nessuno mai ha amato quaggiù.
- Ho tanto sofferto!
E la fanciulla fissava in volto al giovine uno sguardo mesto, affettuoso, affascinante.
Flavio attratto dal magnetismo di quello sguardo si chinò lentamente su di lei e stava per deporle un bacio sulla fronte purissima, se non che Maddalena, che non perdeva d'occhio gl'innamorati proruppe in un studiato accesso di tosse.
| |
Milano Renato Sampieri Melzo Burrasca Maddalena Erminia Flavio Flavio Maddalena
|