Una palla mi colpì al ginocchio e vinto dallo spasimo caddi privo di sensi.
Allorquando rinvenni mi trovai all'ospedale di Lodi ove rimasi molto tempo prima di poter ricuperare la salute. Mi alzai dal letto ma la mia gamba si sovveniva ancora della crudele ferita; presi una gruccia e non m'abbandonò più mai. Ebbi però una gioia in questo frattempo, una gioia ineffabile cui pochi è dato di godere; fu di vedermi fregiato della medaglia dei forti. La Repubblica testimoniava il mio valore.
Libero di me stesso, sciolto dal servizio militare, mi strascinai a stento infino a Milano ove esaurite le mie poche risorse. Dovetti ricorrere ancora alla pubblica carità; come mi augurava d'esser morto sul campo! Ma un giorno una mano benefica si stese verso di me e fui accolto in questa casa, ove trovai per più anni pace, lavoro ed affetti.
Amici, quì nelle mie braccia, è giunta l'ora della ricompensa, l'ora in cui la virtù dev'essere giustamente premiata.
E Papà Gervaso stringeva in un affettuoso amplesso Bastiano e Maddalena.
- Io sono ricco, proseguì Gervaso, immensamente ricco, ebbene voi dividerete con me le mie agiatezze siccome ho diviso finora il vostro pane. Flavio sposerà Erminia che io adotto da questo istante...
Un grido di gioia partì dai due innamorati che si gettarono pieni di riconoscenza al collo del buon vecchio.
Bastiano e Maddalena fatti ebeti dalla sorpresa rimasero immobili cogli occhi spalancati e la bocca semiaperta.
- Io venderò la mia casa in Milano ed il castello di Magenta che mi richiamano troppo tristi rimembranze e compererò invece una vasta possessione che si trova in vendita in un punto amenissimo della nostra Brianza.
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