Voglio vivere colà il restante della vita nella cara compagnia de' miei buoni amici. Non è vero Bastiano, non è vero Maddalena, che non abbandonerete il povero vecchio mentre ha così tanto bisogno di obbliare i suoi dolori?
- Che? abitare con voi in un bel palazzo ed in campagna?... oh fate da burla, voi scherzate...
- No, Bastiano, è sul serio ch'io parlo. Voi e vostra moglie troverete presso di me quegli agi e quella pace che vi siete meritati.
- Maddalena, Maddalena, gridava il portinajo, ma senti? di su qualche cosa, parla tu... io, accetterei volentieri io, ma ho paura... ho paura d'abusare di tanta bontà.
- Infatti signor conte... mormorò Maddalena imbarazzata...
- Ma che signor conte! per voi sono sempre papà Gervaso il vostro migliore amico. Orsù adunque, la cosa è combinata, noi partiremo fra pochi giorni. Che diamine, aver una figlia contessa ed abitare un tugurio!
- Mia figlia contessa! oh Dio, Dio, questo è un sogno! esclamava Bastiano.
- Erminia, tu sarai felice; prorompeva Maddalena abbracciandola.
- Amala Flavio, proseguì Gervaso - e ti serbi il santo orgoglio di non costarle mai una lagrima sola.
- Oh, zio mio ve lo giuro, ella sarà sempre la mia più dolce cura.
- Nobile cuore! mormorava la giovinetta.
Ed i due giovani si diedero il bacio di fidanzati.
- Voi resterete in città nel vostro bel palazzo, continuò Gervaso, la capitale conviene di più a due sposi novelli.
- Abbandonarvi mio zio!
Flavio lanciò un'occhiata ad Erminia; era una domanda e la fanciulla vi rispose con un sorriso.
| |
Bastiano Maddalena Bastiano Maddalena Maddalena Gervaso Dio Dio Bastiano Maddalena Flavio Gervaso Gervaso Erminia
|