In quanto all’altra, sembra che noi, crucciati di quel suo stare a sè, la si voglia pagare di noncuranza. Incognita per molto tempo o non creduta, è diventata da poco più d’un secolo oggetto di studio a pochi, formando una scienza a parte, che non ha saputo, per ora, interessare se non coloro soli che la professano.
Ecco dunque due fatti, degnissimi di nota, che ci si parano dinanzi, appena ci facciamo a studiare i popoli dell’Asia orientale: primo, una nazione di più che trecento milioni di abitanti, la quale da oltre quaranta secoli vive d’una civiltà propria, per ogni rapporto perfetta, riguardo all’indole della gente che la produsse: secondo, la poca importanza che si dà in generale alla storia d’un impero tanto vasto in territorio quanto fu l’Impero romano ai tempi d’Augusto, e tre volte maggiore in quanto a numero d’abitanti. Le cagioni della grandezza e della durata dell’Impero cinese; e la ragione dell’essere riguardato da molti lo studio della vita di questo popolo, più come erudizione superflua, che come cosa necessaria alla compiuta conoscenza della storia dell’umanità, saranno gli argomenti che tratteremo, nel più breve modo che ci sarà possibile.
Come nacque e come si svolse questa singolarissima nazione, che staccatasi dal ceppo [3] originario della schiatta mongola, seppe tanto avanzare gli altri popoli del medesimo sangue, che appare barbaro, nel mondo dell’Estremo Oriente, tutto quel che non è Cinese?
I documenti che conservano le memorie della Cina, i quali fan parte de’ libri che chiameremo sacri, risalendo ne’ tempi andati si fermano a quell’età in cui la tradizione incomincia a diventare storia: a quell’età in cui i fatti descritti non escono dall’ordine del naturale e dal campo del possibile.
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