Si compose allora la famiglia: e, poco dopo, quell’aggregazione naturale di famiglie, le quali, per la loro conformità di caratteri fisici e psichici, convengono in una certa uniformità nel modo di vivere, e s’incamminano di pari passo nella coltura da esse stesse iniziata; aggregazione che noi chiamiamo popolo.
Passano sei o sette secoli, durante i quali si svolgono i germi dell’incivilimento gettati dal Fui-hi. Gl’istituti domestici pigliano stabile assetto, nasce l’idea della proprietà; e da questi elementi si va formando lo Stato. A questo punto i libri attribuiti a Confucio cominciano a farci conoscere la Cina. La base sulla quale posava lo Stato cinese era la famiglia; il fondamento del potere politico era la patria potestà: nè si teneva possibile buon governo e prosperità durevole, se ogni famiglia che componeva il popolo, non fosse [5] saggiamente condotta dal suo capo naturale. - E non si creda che tale ordinamento sia indizio di istituzione molto primitiva. Il sentimento della famiglia, e lo svolgimento degli ordinamenti domestici, non sono così primitivi come comunemente si crede: e l’etnografia c’insegna che hanno a passare molti secoli di vita selvaggia o semi barbara, innanzi che un popolo pigli tali ordinamenti come regola del vivere.
I capi o sovrani, che governarono da principio il popolo cinese, non salirono a tale dignità per diritto di sangue; ma perchè si stimava che le loro virtù li rendessero in realtà superiori alla comune degli uomini. Non è che dopo dieci secoli, o poco meno, da che i cinesi s’erano trasportati nel bacino del Fiume Giallo, che incominciò veramente a stabilirsi la sovranità ereditaria.
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