Le dinastie si succedono allora le une alle altre: sono principi di Stati dipendenti che a vicenda si sforzano di conseguire l’autorità suprema. La parte storica de’ libri sacri, che conservano la tradizione ortodossa della nazione cinese, contengono appunto la storia delle prime tre di queste dinastie, che vanno per lo spazio di circa mille cinquecento anni, fermandosi all’anno 770 av. Cristo.
[6] Attenendoci ora a queste antiche memorie istoriche, le quali Confucio pose mano a raccorre, noi percorreremo rapidamente le vicende che ebbe a passare la Cina, prima che essa si rendesse padrona di tanta parte dell’Asia.
Appena lo Stato cinese comincia ad allargare i suoi confini, noi vediamo che la forma di governo alla quale tende, è quella d’un impero feudale. Già sotto la dinastia degli Hia (2205-1818 a C.), i sovrani presero a conferir terre in appannaggio a nobili e a ministri, per ricompensarli de’ servigi resi nel maneggio de’ pubblici affari; e queste terre non tardarono in appresso a diventare altrettanti Stati distinti. Sette od ottocento anni dopo la caduta di cotesta dinastia, cioè al tempo che regnavano i Cheu (saliti al trono nel 1122 a. C.) la forma feudale si era compiutamente stabilita.
La costituzione di questa confederazione di stati sotto la presidenza di uno di essi, era così fatta che lasciava libero il modo di governo e di amministrazione d’ognuno; ed anche nella forma, lasciava libertà di relazioni fra stato e stato. Ogni principe feudatario era però strettamente obbligato a mantenersi ne’ confini della sua terra; a non far danno in nessuna guisa a’ vicini; a pagare alcuni tributi allo Stato principale; e a recarsi alla corte del sovrano supremo, o imperatore che dir si voglia, ogni quattro anni, sotto le due prime dinastie, ogni cinque sotto quella dei Cheu; mentre l’imperatore a sua volta ogni cinque anni ne’ primi tempi, ogni dodici di poi, si recava da sè stesso a visitare tutti gli Stati da lui dipendenti.
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