E questi dovettero fin da principio, con guerre continue e abilmente condotte, guadagnarsi a palmo a palmo il terreno che avevano scelto per loro sede.
Il progredire dell’ incivilimento andava di pari passo con le vittorie, che i nuovi venuti riportavano sulle tribù autoctone. Ma non fu che dopo molti secoli di lotta, cioè sul cominciare della dinastia di Cheu (900 a. C.), che i Cinesi riuscirono a soggiogarle interamente, e a diventar padroni assoluti del bacino inferiore dell’ Hoang-ho, per un’estensione di territorio che contava in media 5° di lat. su 13° di long. Questo territorio era un terzo della Cina odierna; mentre la regione meridionale e occidentale di essa rimase dominio di popoli barbari che l’abitavano fin da principio, o che v’erano stati spinti dall’avanzarsi della razza gialla. - Alcuni di quei popoli selvaggi salirono anzi a tale potenza, che fu cercata alcuna volta la loro alleanza, dai principi feudatari, nelle guerre interne che agitarono la Cina. Vediamo in fatti il fondatore della dinastia dei Cheu (nel 1120 a. C.) indirizzarsi alle più forti di quelle rozze tribù, e chiamarle in suo aiuto, per abbattere la dinastia dei Shang, l’ultimo re della quale s’era reso odioso al popolo, per la sua condotta, non conforme alle antiche [10] tradizioni. Per tali fatti l’ardire di que’ barbari crebbe al punto, da mettere nuovamente in pericolo la Cina; tanto che nell’anno 769 a. C., il governo fu costretto di trasportare la capitale del regno in città più sicura e più lontana da’ confini.
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