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      L’argomento non è agevole; perocchè include già che si sappia con precisione quel che si debba intendere per civiltà, e che si abbiano criteri sicuri per determinare i diversi gradi della medesima: le quali cose sono lungi dall’essere chiaramente determinate.
      Possiamo intanto stabilire, come i fatti dimostrano, che vi sono schiatte privilegiate, le quali hanno saputo uscire da loro stesse dalla barbarie, e arrivare ad un alto grado d’incivilimento: come sarebbero gli Arj dell’India, i Semiti dell’Asia anteriore, gli Egizj nell’Africa e i Cinesi nell’Estremo Oriente. Le popolazioni greche ed italiche vennero incitate dalla cultura orientale, e furono eredi di molta parte della medesima; ma le civiltà della Grecia e di Roma ebbero [31] un carattere così distinto, ed una così grande azione sopra tanti paesi del mondo, che ancora esse possono stimarsi originali. Vi sono poi schiatte, le quali, se mostraronsi incapaci d’innalzarsi da loro stesse a civiltà, seppero nondimeno assai bene appropriarsi l’altrui, svolgerla in varie guise e compierla. E ve ne sono finalmente altre, e son quelle che popolano la maggior parte del globo, che non produssero nè appropriaronsi nessuno elemento civile, mantenendosi in quella condizione, che s’è convenuto chiamare selvaggia. Ciò posto, dando uno sguardo generale allo stato dell’incivilimento odierno, si viene a distinguere: la civiltà europea, che è sorta da tutte le civiltà antiche, meno una sola; i resti d’alcune antiche civiltà; e quella sola civiltà, che non ha in nulla contribuito alla formazione della nostra.


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La vecchia Cina
di Carlo Puini
Editore Self Firenze
1913 pagine 246

   





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