Cominciando la scala dall’alto mette in primo luogo le nazioni civili d’Europa, e quelle che ne provengono stabilite nell’America e nell’Australia. In secondo luogo pone le nazioni musulmane, la cui storia ha molti legami con quella delle nazioni cristiane. In terzo luogo dispone gl’Indiani, i Persiani, i Cinesi, i Tartari e i Giapponesi. Nel quarto luogo i Peruviani e i Messicani, spariti troppo recentemente di su la terra, perchè non abbiano a figurare tra le civiltà odierne. Nel quinto annovera le popolazioni negre dell’Interno dell’Africa; nel sesto i Pelli rosse dell’America; nel settimo finalmente i selvaggi della Nuova Olanda.
In questa classificazione delle schiatte secondo la loro cultura, mi sembra che il grado delle civiltà, le quali devono venire subito appresso la civiltà europea, non sia stimato conforme al suo giusto valore. Le relazioni storiche che le popolazioni musulmane ebbero una volta col mondo cristiano, non sono criterio sufficiente per dichiararle seconde nel consorzio odierno delle nazioni civili. Dall’altra parte l’India e la Cina posseggono civiltà d’indole così diversa, che non è lecito porre i due popoli allo stesso livello, senza disconoscere il loro carattere psichico e la loro diversa importanza politica. Inoltre i paesi musulmani rappresentano più una fede, che una civiltà compiuta in tutte le sue parti; come l’India, l’attività filosofica e [36] religiosa del pensiero umano, dominante ogni altra. Nell’edificio sociale della Cina nessuna parte eccede soverchia a pregiudizio dell’armonia generale; ogni istituzione trovò modo di svolgersi in giusta misura; tanto che il tutto, qualunque ne sia la forma e il valore, ci apparisce saviamente equilibrato e saldamente connesso.
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