I paesi musulmani e l’India sono, in molta parte, il passato che sopravvive; la Cina è il passato che vive ancora e che prospera.
Molti però, son certo, non consentiranno di concedere alla Cina l’onore di questo secondo posto; perchè il nostro orgoglio non solo vuole il primo luogo nel mondo, ma non può soffrire nemmeno la vicinanza di chi non ha ammirazione per la nostra grandezza. Del resto, alcune ragioni possono dare un apparente fondamento di giustizia, al rifiuto d’accoglier la Cina al nostro fianco: e queste ragioni sono le opinioni diverse e contrarie, che si hanno intorno all’indole della cultura dell’Estremo oriente.
Quando la letteratura della Cina cominciò ad esser nota in Europa, sorse d’ogni parte una folla di ammiratori, la quale vedeva nell’Impero di Mezzo il luogo d’origine della civiltà del mondo. Ogni industria, ogni arte si trovò che laggiù era già vecchia di molti secoli, quando nacque tra noi; di tutto quello che la filosofia greca aveva escogitato di più bello, e delle istituzioni politiche più assennate dei Romani, se ne volle scorgere la fonte tra i savi della Cina; [37] e i missionari a lor volta non peritavansi di dichiarare, che per elevatezza di dottrine morali e religiose, i Cinesi non cedono il posto che al Popolo eletto(9). Accanto a questa tendenza, che scorgeva in ogni fatto sociale europeo un riflesso cinese, s’andò sempre più fortificando una tendenza opposta; la quale non soltanto nega alla Cina ogni priorità, in fatto di cultura, di fronte all’Occidente; ma vuole ancora togliere ogni importanza alle stesse produzioni intellettuali di quella schiatta, escludendole sistematicamente dallo studio della storia del pensiero umano.
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