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      Del resto, lasciando da parte ogni altro argomento, per conoscere l’importanza della Cina, bastano anche le cose che ne scrivono coloro, i quali si mostrano solleciti dei danni, che un’ipotetica invasione mongolica potrebbe recare all’Europa e alla sua civiltà. Presi da questo pensiero, alcuni vanno [39] addirittura meditando lo sterminio della razza. La Cina, è vero, non ci ha ancora offesi in nessuna parte, ma ha il torto grave di non aver mai voluto saper de’ fatti nostri. Essa dunque deve perire; e siccome sarebbe troppo grande e rischiosa impresa trasportare colà tutte le armi, di cui è irta l’Europa, giova trovare altri mezzi: ed ecco come un autore, appartenente alla più colta nazione del mondo,(11) scrive a questo proposito: - "L’oppio, sul quale s’era tanto contato per indebolire la Razza gialla, s’è dimostrato impotente; e nemmeno riuscirono i nostri liquori alcoolici, tanto il cinese è sobrio e temperato. Le stragi stesse delle guerre intestine, e le epidemie, le quali del resto si van facendo più rare, non hanno bastato neppure esse a sperperare il paese; a cagione della fecondità della stirpe, che di continuo ripopola e di continuo accresce le genti"(12). Che fare, adunque, in così lacrimevole congiuntura? "Noi - seguita a dire il citato scrittore - se non siamo riusciti a introdurre la nostra civiltà, abbiamo però svelato laggiù il segreto della nostra grandezza. Bisogna dunque spezzare l’integrità dell’Impero della Cina; e per arrivare a questo, conviene, all’interno accendere la guerra civile ed estenderla, all’esterno lasciar libera la Russia d’avanzarsi dal settentrione.


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La vecchia Cina
di Carlo Puini
Editore Self Firenze
1913 pagine 246

   





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