Il ramo sinico della razza gialla è pertanto il solo che abbia creato una civiltà sua propria; ed alla Cina le altre nazioni colte dell’Estremo Oriente sono debitrici della loro; riuscendo tuttavia a foggiarla secondo la loro varia indole e rivestirla di una originalità nazionale. Questa varia indole delle nazioni mongole ci si manifesta osservando soprattutto la loro varia condizione politica. La Cina, la quale segue le dottrine politiche ed economiche confuciane, ha un governo affatto laico, in cui il sovrano, riguardato idealmente come la personificazione di quella sapienza politica trasmessa dagli antichi, trae da questa la sua autorità, e il suo diritto a regnare. Il vecchio Giappone, benchè incivilito dapprima dalla Cina, conservò lungamente una costituzione feudale, in cui il valore, l’audacia e le altre qualità militari davano il governo degli Stati; mentre dall’altra parte l’autorità divina manteneva indiscutibile la sovranità suprema a un discendente diretto degli Dei creatori dell’arcipelago giapponese e della sua medesima stirpe. Nel Tibet la gran massa dei religiosi professi, più che la classe prevalente, è il tutto. L’autorità religiosa, la Chiesa, domina [49] ogni cosa; colaggiù il sovrano supremo, come i capi dei più importanti centri ecclesiastici, non sono tali se non perchè si stimano rincarnazioni di esseri soprumani o di antichi uomini santi. La costituzione laica della Cina, la costituzione militare del vecchio Giappone e la costituzione clericale del Tibet presentano tre esempi tipici da prendersi in considerazione, per stabilire intanto tre diverse nature di genti, le quali, sebbene riguardate come appartenenti ad una medesima razza, ci si presentano ciascuna con un proprio carattere nazionale.