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      Monete cinesi si sono trovate nel paese bagnato dall’Oxus, mentre sulle rive dell’Hoang-ho si rinvennero monete romane.
      Questa regione, oggi mèta di rari e faticosi viaggi, fu già la via dell’antico commercio della seta; la via percorsa dai mercanti e dai missionari; la via per la quale il Buddismo si diffuse per tutta l’Asia orientale; la via preferita dai pellegrini cinesi per condursi [51] nell’India in cerca delle scritture sacre; la via per cui venne introdotto dai nestoriani l’alfabeto siriaco presso le popolazioni turco-tartare; la via per la quale la Cina fece sentire la sua influenza fin sulle sponde del Caspio. Non per nulla i Cinesi dettero alla regione il nome di Lu, "Strada"(17).
      Questa stessa regione, oggi in massima parte desolata e deserta, fu detta una volta "Il bel paese del Tarim". Sparsa di terre, solcata da canali, popolata di villaggi e città: in questo suolo, adatto alla cultura e fertile d’ogni prodotto agricolo, i nomadi di schiatta turca, le genti del deserto, vi si fissavano divenendo stanziali e civili, divenendo Uiguri; e fu in dialetto uigurico che venne scritto, a Kashgar, il più antico libro turco pervenutoci, il Kudatku-bilik, "L’arte di governare". La valle del Tarim, che ebbe, come abbiamo veduto, così gran parte nella storia, può anche vantarsi d’essere stata nei primordi l’officina di quelle genti, che moltiplicatesi in gran numero, ebbero poi sì vasto dominio nell’antico continente.
      Popoli dell’Asia centralesarebbe perciò un’espressione forse più giusta di quelle che si suole adoperare per designare tutto il complesso di queste [52] genti(18), delle quali entrerò ora a parlare alquanto più distesamente.


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La vecchia Cina
di Carlo Puini
Editore Self Firenze
1913 pagine 246

   





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