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      Se non che, questa natura di suolo, sterile nei luoghi aridi, nelle pianure [54] bagnate dal Hoang-ho, dove l’irrigazione è facile, dove le stesse inondazioni lo fecondano, è diventato nella Cina il terreno più fertile del mondo, il prezioso hoang-tu dei Cinesi, "il terreno giallo"(20).
      Questa fu la terra promessa che gli antichi Cinesi, partiti dall’Asia centrale, forse dal Khotan, erano andati cercando. Ora, mentre i Sinici avevano trovato la loro stabile sede nel "Suolo giallo", in quelle fertili pianure di Loess, bagnate dal Hoang-ho, le altre numerose tribù, ben diverse di schiatta dalle cinesi, portate dal loro istinto nomade, inquieto e belligero si dispersero pel vasto deserto di Gobi fin verso la Tartaria orientale. Laonde, fin da quando i Sinici si furono stabiliti, agricoltori e civili, nella loro nuova e ferace sede, questi barbari, che ne abitavano il settentrione sterile e desolato, divennero i naturali nemici della crescente società già avviata al progresso(21).
     
     
      IV.
     
      Tra queste popolazioni barbare del settentrione, le più audaci, belligere e sempre pronte all’attacco, [55] furono gli antenati dei Turchi e degli Uiguri che l’Europa conobbe assai più tardi col nome di Unni, e che i Cinesi chiamarono Hiung-nu. Questo nome di Hiung-nu, che non è nè turco nè mongolo, non è nemmeno a dir vero, designazione etnica; ma solo epiteto diventato dispregiativo applicato a tutti i nomadi che vivevano a nord del Hoang-ho.(22) Così che, secondo il significato generale che i Cinesi attribuivano a questa parola, erano Hiung-nu tanto i Turchi quanto i Mongoli e i Tartari, come tra breve avremo occasione di vedere: ed è infatti agli Hiung-nu che bisogna risalire per conoscere l’origine di tutte quelle genti, di nome diverso, ma di medesima stirpe, che erano in perenne contrasto con la civiltà cinese.


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La vecchia Cina
di Carlo Puini
Editore Self Firenze
1913 pagine 246

   





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