Comunque sia, furono questi Hiung-nu i più temuti nemici dell’antica Cina: gente dai Cinesi avuta in orrore pe’ loro costumi feroci, che portavanli a far dei crani dei nemici uccisi coppe da bervi nei banchetti, che erano incestuosi ne’ loro matrimonj; e incuranti delle arti pacifiche, preferivano acquistare con la violenza e la rapina quel che non riuscivano a procurarsi altrimenti. Essi facevano dunque frequenti scorrerie nelle fertili e ricche terre cinesi, predando e [56] devastando città e villaggi. Alla difesa non bastando le armi, si pensò a costruire quel gigantesco baluardo, che dal Pe-chi-li va oltre il Kan-su, chiudendo il passo al nemico. D’allora in poi le mire di questa gente irrequieta e smaniosa di lotta fu l’occidente. Esse si rovesciarono nuovamente nella Valle del Tarim, ne assalirono le popolazioni, cacciandole via; le quali a lor volta, cozzando e sospingendone altre, s’andarono tutte a mano a mano allontanando sempre più dalle loro vecchie sedi; e varj secoli più tardi l’Europa ne ebbe pur essa i danni.
Il movimento delle tribù nomadi dell’Asia centrale verso occidente cominciò dunque dopo la costruzione della Gran Muraglia; della cui importanza, non già rispetto alla sua prodigiosa grandiosità materiale, ma rispetto agli effetti che essa ebbe nelle invasioni barbariche, non si tenne abbastanza conto. È noto a tutti, che la Gran Muraglia fu innalzata nel III secolo av. C., per ordine del sovrano che fondò l’unità dell’impero cinese; ma non è egualmente noto, che essa fu una conseguenza naturale di quell’unificazione, piuttosto che dovuta, come si crede comunemente, al capriccio d’un tiranno, il quale volle sagrificare migliaia di vite all’effettuazione di un suo inconsiderato disegno.
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