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      Sotto Eliocle č noto che le provincie della Sogdiana caddero in potere degli Sciti. Strabone ci ha lasciato il nome di questi popoli; esso li dice Arj, Pasiani, Tocari e Sakarauli. Gli storici cinesi, che ce ne hanno data ampia notizia, li dissero appartenere alla schiatta degli Yue-chi, popoli nomadi dell’Asia centrale, differenti dagli Hiung-nu, sebbene ne avessero in parte comuni i costumi. Questi due popoli furono per lungo tempo in lotta tra loro (201-165 a. C.); ma alla fine gli Yue-chi, sopraffatti e vinti, furono costretti ad abbandonare il paese e cercare rifugio altrove. I pił si diressero verso occidente, traversarono i monti e andarono a fissarsi nella pianura tra il Pamir e l’Aral, dove, assoggettatine gli abitanti, non tardarono a diventare agricoltori e civili; gli altri cercarono protezione presso alcune popolazioni di razza tibetana, i Kiang, che abitavano le montagne a sud della loro sede primitiva. I primi furono chiamati dai Cinesi "Grandi Yue-chi"; i secondi, "Piccoli Yue-chi". La Sogdiana, dove i Grandi Yue-chi, o Ta-Yue-chi, avevano preso dimora, era stata gią prima occupata da [66] un’altra tribł di Sciti: i Sai degli autori cinesi, o i Shaka degli Indiani; quei medesimi, che a tempo di Eutidemo (205 a. C.) avevano minacciato pił volte le frontiere della Battriana. Essi vennero cacciati nel 175 a. C. da questi Ta-Yue-chi; e si rifugiarono parte nel Kabul e nell’Aracosia, dove fondarono un regno, parte nel Kashmir e nel Nepal, a nord dell’India, dove si mischiarono con altre tribł di razza affine, che lą si erano recate da pił secoli.


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La vecchia Cina
di Carlo Puini
Editore Self Firenze
1913 pagine 246

   





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