I Ta-Yue-chi, dopo una prima invasione sotto Eukratide (160 a. C.), in cui furono respinti, finirono nel 129 a. C. per togliere ai Greci e ai Parti tutta la Battriana. Conquistata che la ebbero, divisero il paese in cinque principati, tra i quali il più importante fu quello dei Kuei-shuang: il cui sovrano, riuniti in un sol corpo gli altri, fondò, nel 30 a. C., il grande Impero dei Kuei-shuang, chiamati nelle iscrizioni indiane e nelle monete e leggende Kharoshthî, Kushana, e conosciuti dagli scrittori europei più comunemente col nome di Indo-Sciti.
Queste antiche genti dell’Asia centrale, che menavano colà vita selvaggia e nomade, si trasformarono del tutto nella loro nuova patria, appropriandosi la civiltà ellenica, che trovarono fiorente nel paese conquistato. I loro re presero nella moneta il titolo di "Basileus basileôn", e "Basileus basileôn sôter megas", usando pure una forma di alfabeto greco.
A tanta grandezza salì l’Impero degli Yue-chi, detti più tardi Kushan o Kushana (Kue-shuang), che [67] in un libro buddista del IV sec. d. C., si trova detto: Quattro sono i grandi sovrani della terra, a cui spetta il titolo di "Figliuolo del cielo" (Thien-tse, o Deva-putra): il sovrano della Cina a oriente, il sovrano dell’India a mezzogiorno, il sovrano di Roma a occidente e il sovrano degli Yue-chi a nord-ovest(24)".
Nel VI secolo gli Yue-chi sparirono tuttavia dalla Battriana; ed un altro popolo venuto giù anch’esso dall’Asia centrale vi si trova stabilito. È il popolo chiamato dai Cinesi Hoa e dagli Indiani Huna, designato anche col nome pure cinese di Ye-tha, abbreviazione di Ye-ta-i-li-to(25); vocabolo che venutoci dagli scrittori armeni, bizantini e musulmani, è giunto a noi, per indicare questo popolo, sotto la forma di Ephthaliti.
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