Più opere cinesi di storia e di geografia si potrebbero consultare per conoscere le idee che la Cina ebbe, e ancor oggi ha, intorno a quelle tribù, che da tempo immemorabile menarono vita nomade e avventurosa nelle vaste pianure centrali dell’Asia. Senza riferire troppe citazioni tolte da tali opere, per maggior brevità e chiarezza ci basterà consultare una delle non poche Enciclopedie, assai diffuse in Cina, nelle quali, per uso d’ogni colta persona, si raccolgono le principali notizie universalmente accettate. L’opera ben conosciuta anche in Europa, intitolata San-tsai-tu-ye, nella parte che tratta l’etnografia, porta a questo proposito la seguente breve ma importante descrizione: "I nomadi del settentrione (nel brano qui riportato sono chiamati col nome generico di Hiung-nu), furono di cinque sorte: 1° Genti con capigliatura gialla; 2° Genti col corpo grosso e corto, e col cranio superiormente difforme; 3° Genti bianche di corpo e con capelli neri: sono poi da annoverarsi 4° i Thukiue (Turchi propriamente detti); 5° gli antenati di Timur (Mongoli propriamente detti)". Le ultime due divisioni non sono distinzioni etniche, ma distinzioni politiche, spettanti a popoli di una medesima razza. L’una indica le tribù d’origine turca (Hiung-nu) che nel VII secolo si riunirono per formare un grande [72] impero, che successe nell’Asia a quello degli Yue-chi e degli Yie-tha; l’altra divisione indica le tribù, uscite dallo stesso ceppo, riunite da Genghis-khan nel XIII Secolo, presso le quali prevalse il nome di Mong-ku, che fu quello del capo e condottiero, fondatore della potenza mongolica.