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      In una memoria su tale argomento(33), che pubblicò nel Journal asiatique del 1838, egli sostiene che durante il tempo, in cui regnarono le tre prime dinastie Hia (2200 a. C.), Shang (1766 a. C.) e Cheu (1122 a. C.) fino al terzo secolo avanti Cristo, il sovrano supremo era riconosciuto solo possessore legale di tutte le terre della Cina; le quali, come tale, distribuiva alle famiglie degli agricoltori, ufficiali pubblici, nobili e magnati. Il fatto, in vero, è all’opposto di quello che il Biot afferma essere. Un’estesa enciclopedia cinese, che raccoglie tutti i documenti necessari per ricomporre la storia dell’incivilimento di quel popolo, - opera che fu compilata dall’erudito Ma Twan-lin nella [89] prima metà del secolo XIV(34) - contiene nei primi libri, che ne forman la prima parte, tutto quel che concerne la "Proprietà delle terre coltivabili e le imposizioni"(35). Da que’ libri il Biot tolse la più gran parte del materiale della sua Memoria; ed io pure tolgo di là quello che mi abbisogna. Ora, fin dapprincipio, Ma Twan-lin scrive: "I sovrani dell’antichità non ebbero mai la proprietà privata del suolo della Cina.... Tutto il suolo coltivabile appartenne allo Stato, il quale lo ripartiva tra il popolo; così ognuno ricavando dallo Stato le terre, aveva dallo Stato il mezzo di campamento, e dallo Stato pure il mezzo di pagare le imposizioni.... Ts’in Shi-hwang-ti (221 a. Cristo) fece suo proprio tutto il territorio cinese; e a partire da lui, e poi sotto gli Han (206 avanti Cristo - 190 d. C.), lo Stato non dispensando più terre coltivabili, queste divennero possesso privato [90] e perenne dei ricchi a’ quali il sovrano le vendette"(36).


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La vecchia Cina
di Carlo Puini
Editore Self Firenze
1913 pagine 246

   





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