. - Qui l’autore si dilunga a descrivere la varia ripartizione delle terre, l’aggruppamento delle aggregazioni rurali, il complicato sistema d’irrigazione per via di canali di diversa proporzione e grandezza, l’assiduo lavoro per la delimitazione dei confini, l’ardua opera catastale ecc. Quindi continua: "Oggi non sarebbe dunque possibile ristabilire l’antica condizione del suolo, senza ostruire fiumi, colmare valli, spianare colline, rovinar tombe, demolir case, rimuovere città, cambiar frontiere e confini: e soltanto se ne potrebbe tracciare il disegno su una vastissima pianura. Ma se anche si mettessero all’opera gli abitanti di tutto l’impero, e consumassero a tal fine tutti i mezzi e tutte le forze; e si riuscisse a rivedere l’intero suolo della Cina ridotto a comuni agrari; e solcato da per tutto da canali, e rifatto in ogni parte l’antico; il popolo sarebbe già finito dalla fatica, e le ossa di molte generazioni coprirebbero i campi rimessi a nuovo. L’antico assettamento territoriale prosperò e si mantenne perchè fu iniziato fin dai primi tempi della storia, e poi a mano a mano condotto ad effetto e dagli Hia (2200 a. C.) [102] e dagli Shang (1760 a. C.) che si successero. Quando i Cheu ascesero al trono (1122 a. C.) l’assettamento delle terre poteva dirsi compiuto. Quei sovrani lo mantennero con regole bene stabilite, che fissavano precisamente i confini dei campi e delle comunità, vegliando sempre a conservarlo in quella medesima forma. L’assettamento agrario tanto ammirato del tempo dei Cheu fu conseguenza di un lavoro graduale e costante, continuato per secoli e secoli senza interruzione alcuna.
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