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      In piccolo volume si ha moltissima valuta: mezzo di provvedersi in ogni luogo d’ogni bisognevole; d’onde il desiderio facile d’abbandonare il paese, e scioperare da per tutto; e, quando un buon peculio sia ragunato, di lasciar pur anche l’ufficio con pena sopportato fino allora, resi indifferenti del pubblico bene. Queste e altre cose simiglianti sono espresse dal nostro autore; al quale non garba che si porgano al popolo mezzi di facile lucro, e modo di vivere da scioperati. "Nè l’oro, nè l’argento, nè le gemme se hai fame ti saziano, nè ti riparano dal freddo se tremi; nondimeno ognuno ha care tali cose, e in altissimo pregio, perchè l’uso che può farsene nel cambio sorpassa quello di tutte le altre. Robe minute, leggiere, che facilmente si nascondono; stanno nel pugno della mano, sì che puoi portar teco un tesoro; e in ogni paese del mondo trovi con quelle da supplire ad ogni occorrenza, e soddisfare ogni desiderio. Il ministro abbandona per esse il suo signore; il popolo, la sua terra. Facile preda dei ladri, se alcun di costoro se ne impossessa, e riesce a schivar la giustizia, eccotelo ricco senza fatica, godersela alla grande [122] senza punto lavorare. Le granaglie e le altre mercanzie (prodotti del suolo e dell’allevamento del baco da seta, sì naturali e sì lavorati) sono beni che nascono dalla terra, crescono col tempo, vengono resi utili per via dell’opera dell’uomo, e non se ne può avere il possesso pieno in un giorno solo. Pesano molto, di molto volume: un uomo di media forza non riesce a involarne in copia; così che sono minore oggetto di cupidigia agli sfaccendati, che non possono in breve ora, col furto di quella roba, procurarsi tanto bene da bastare alla lor voglia di vivere oziosi.


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La vecchia Cina
di Carlo Puini
Editore Self Firenze
1913 pagine 246