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      - "In primavera il popolo usciva fuori alla campagna; e in inverno tutti ritornavano nella città. Già il Libro sacro delle canzoni (lo Shi-king), riferendosi a tempi remotissimi, dice: - Nei primi giorni del quarto mese, s’avviano a’ campi gli [135] agricoltori; e le loro donne e i lor figliuoli recan loro da mangiare. Il decimo mese, quando il grillo comincia a cantare: ecco, dice l’agricoltore, l’annunzio che l’anno volge al suo termine; il grillo mi ricorda di tornare in città da mia moglie e da’ miei figliuoli. Con questo alternarsi di faccende campestri e cittadine, gli uomini ora si addestravano nelle prime, ora si esercitavano nelle civili costumanze. - In primavera e in autunno, uscendo il popolo fuor degli abitati, l’ufficiale del borgo si poneva nel guardiolo di destra a capo della strada, e l’anziano nel guardiolo di sinistra. Là stavano a sorvegliare; per vedere chi era sollecito al lavoro, e scuotere l’indolenti e i pigri. Usciti tutti i lavoranti della contrada, quegli ufficiali andavansene a casa; e la sera, al ritorno della gente, erano di nuovo a’ loro posti. Quando gli agricoltori tornavano la sera al borgo, tutti dovevano anche portare fastella di legna: il peso veniva spartito con giusta misura, tanto che i più vecchi non avessero a durar fatica di sorta. - L’inverno, poichè il popolo aveva preso di nuovo dimora ne’ borghi o città, le donne maritate, abitanti la stessa via, accordavansi tra loro per la tessitura notturna. Un mese d’opera della donna può dirsi valesse 45 giornate di lavoro, imperocchè lavorando fino a mezzanotte, era come aggiungessero 15 giornate alle 30 del lavoro diurno.


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La vecchia Cina
di Carlo Puini
Editore Self Firenze
1913 pagine 246

   





Libro Shi-king