Esisteva in origine una sostanza estremamente tenue e rarefatta, che riempiva lo spazio: un etere primordiale, sostanza e spazio nel tempo stesso. Questo etere, che i testi chiamano Khi(79), era universalmente omogeneo, ed era pure forza uniformemente continua; era sostanza e forza nel tempo stesso. Era l’ "uno". Il fenomeno non era ancora apparso; apparve quando si ruppe l’unità, l’omogeneità, l’uniforme continuità originale. Allora si manifestò il primo fenomeno cosmico e fu la quiete a cui successe il moto, e poi di nuovo la quiete e di nuovo il moto. Si distinsero così due principj dal contrasto dei quali cominciò la vita universale. Il "due" venne generato dall’ "uno". Questi due principj, chiamati dall’antica fisica cinese Yin e Yang, comportano una lunga serie d’idee fra loro opposte; moto e quiete, luce e tenebre, caldo e freddo, espansione e coesione, evoluzione e involuzione, attività e riposo, rigoglio e decadenza, vita e morte, e via dicendo. L’Yin e l’Yang non sono però da riguardarsi come due forze distinte, ma come due forme [144] d’una istessa forza; anzi non sono altro che due modi d’essere degli atomi dell’etere primitivo (Khi). Nondimeno tutta la vita della natura sta in questo dualismo; sta nel contrasto e nell’alternarsi dei due modi d’essere di questo fluido etereo. Il primo effetto dell’opera di questa duplice energia cosmica, dopo la separazione della sostanza primordiale in cielo e terra, fu la creazione del sole, della luna, delle stelle e dei pianeti.
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Khi Yin Yang Yin Yang Khi
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