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      E siccome un sentimento di tal sorta non è raro neanche tra gli animali, quest’affetto nell’uomo si deve distinguere dall’estendersi esso non solo ai vivi, ma altresì ai morti: la morte non deve spengerlo, ma trasformarlo in pietà verso i defunti: convertirlo in un sentimento di riconoscenza verso il passato, dal quale il presente e l’avvenire hanno la loro esistenza. Questo primo sentimento si manifesta nella sua pienezza [150] con la prima delle cinque virtù cardinali, ora menzionate, l’umanità(87): "L’umanità è l’uomo: l’uomo è l’umanità"; ripetono tutti i testi confuciani.
      Il procedere del compiuto svolgimento della natura morale dell’uomo è immaginato seguire un circolo, ai quattro punti diametralmente opposti del quale stanno quattro delle dette virtù. In basso come fondamento sta l’umanità; più in alto, la cortesia; al sommo della curva, la giustizia; quindi, discendendo, la prudenza, per tornare di nuovo all’umanità; la quale, come dissi, prende allora la forma di pietà pei morti, di culto verso gli antenati, di rispetto e riconoscenza verso il passato. La quinta virtù, la sincerità od onestà, accompagna necessariamente l’esercizio e la pratica delle altre quattro, ed occupa il centro del detto circolo.
     
     
      III.
     
      La morale che risulta da questo modo di considerare la natura umana, è assai semplice. È una morale che non è imposta da nessuna autorità sovrumana, nè richiede alcuno sforzo per praticarla. Nell’uomo non degenerato nè sopraffatto dalla materia e dalle passioni, l’inclinazione al bene e alla virtù è spontanea; [151] perchè l’operare virtuosamente è un fatto fisiologico.


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La vecchia Cina
di Carlo Puini
Editore Self Firenze
1913 pagine 246