L’energia morale che spinge l’uomo a bene operare è uguale in tutti. Tanto i più grandi uomini che vanti la storia, quanto l’ultimo della plebe la posseggono ugualmente(92). "I santi sono tutti della nostra stessa natura(93). Il santo è uomo; e quanto alla bontà originale della sua indole, non differisce da gli altri uomini(94)". Gli uomini sono dunque tutti uguali, qualunque sia la schiatta e qualunque sia la classe sociale a cui appartengono; ma è però una uguaglianza che comporta tutte quelle future disparità di condizioni, che in un ordinamento sociale non [153] possono non esistere. Tutti possedendo un fondo morale unico, come accade allora che nella vita reale delle associazioni umane vediamo tanta diversità nei caratteri individuali, e atti così contrari ai principj di quella morale stessa? Non tutti i germi in natura si svolgono e portano frutto; e lo stesso accade appunto quanto ai germi dei principj morali impiantati dalla natura nella compagine organica dell’uomo. L’elemento fisico e l’elemento psichico, che costituiscono la doppia personalità umana secondo il Confucianesimo, sono sempre in lotta fra loro; e il vario successo di questa lotta, o la prevalenza dell’uno o dell’altro elemento, determina il valore morale dell’individualità. D’onde gli uomini di senno e gli stolti, i buoni e i cattivi, i nobili e i volgari. Quando le passioni e gl’istinti, residuo dell’origine animalesca dell’uomo, hanno assoluto predominio, rendono sterili quei germi, mantenendo selvaggi gli uomini o facendoli degeneri; quando v’è una qualche prevalenza dell’elemento fisico sull’altro, ne esce la gente comune; l’equilibrio tra quelle due forze forma le oneste mediocrità; l’assoluto predominio della ragione, e della mente forma gli eletti, che sono il tipo ideale dell’uomo.
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Confucianesimo
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