Se l’immoralità e l’inettitudine escludono dai pubblici uffici, tanto più dovranno escludere dal massimo di essi, la sovranità dello Stato. "Che cosa fareste voi, domanda il Filosofo al re di uno degli Stati cinesi, se un vostro servo si dimostrasse incurante dei suoi doveri? - Gli darei licenza, risponde il re - E che fareste voi se un vostro magistrato si dimostrasse incapace del governo della sua provincia? - Lo torrei d’ufficio, risponde il re. - E di un vostro ministro disonesto che ne fareste? Lo deporrei, risponde anche una volta il re. - E che cosa dovrebbe fare il popolo di un sovrano, il quale si palesasse incapace a ben governare lo Stato? - Il re guardò a destra e a sinistra e non rispose".
[160] Chi non possiede la sana dottrina tramandata dagli antichi, nè possiede la virtù per metterla in pratica, non è nato principe, anche se il caso lo pone sul trono. La politica pel Confucianesimo è una scienza, e soltanto chi la possiede e opera conforme ai principj di quella, può legittimamente tenere il governo d’un popolo(101). Nè il diritto di conquista, nè il diritto divino hanno valore pel Confucianesimo. Vero è che, nel corso della storia cinese, accadde più volte che la guerra e la conquista portassero sul trono dinastie di schiatta straniera; ma è da notare che i primi sovrani di quelle dinastie si mostrarono solleciti di quei principj di scienza politica, i quali fanno il vero principe; secondo la tradizione ortodossa confuciana. Potè accadere insomma che alcuna dinastia, pervenuta al trono per diritto di conquista, vi rimanesse per alcun tempo in grazia del favore o dell’indifferenza popolare; ma non accadeva che, salito al trono un sovrano pel favore popolare, vi si mantenesse poi per la grazia di Dio, quando quel favore fosse venuto a mancare.
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