Ciò posto, quale è ora, secondo la psicologia confuciana, l’elemento della personalità, che risponde a ciò che noi chiamiamo anima, e che cosa accade di essa, quando l’organismo che la accoglie si dissolve nella morte? Ogni corpo, dice l’antica fisica cinese, ha forma e qualità; anzi, come precisamente si esprimono i testi, ha forma (Hsing) e uso (Yung): perocchè infatti sono le qualità dei corpi, che fanno di essi cose utili. L’uomo anch’esso, come tutti gli altri corpi della natura, ha forma e qualità. La forma è costituita dal suo organismo corporeo; le qualità dall’etere (Khi), che lo compenetra.
Questo dualismo della persona umana si traduce nella psicologia cinese in due concetti astratti, per designare la personalità fisica (Po) e la personalità psichica (Hwun). L’organismo corporeo dopo il suo disfacimento torna a far parte degli elementi della materia, [169] e la personalità fisica si perde così nel nulla; l’anima, o la somma delle energie sprigionatesi dal corpo, riprende la sua primitiva forma di etere; e la personalità psichica si diffonde in seno alle energie immortali. Gli atomi del fluido cosmico, che già impersonati nel defunto costituivano il suo essere psichico, ritornano così ad operare come energia fisica, manifestandosi di nuovo in forma di calore, di luce, o di altro fatto naturale, che abbia per causa l’etere che compenetra il mondo. Se non che le anime degli uomini, ricondotte dalla morte nel loro primitivo stato etereo, sono di più stimate cagioni di certe singolari sensazioni che commuovono le anime dei viventi in alcuni casi particolari della vita terrestre; perocchè i viventi, vivendo come immersi negli atomi delle anime di quell’immenso numero di morti che forma il passato, non possono non risentirne gli effetti.
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Hsing Yung Khi Hwun
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