Il trionfo del Confucianesimo fu il trionfo del buon senso della razza. Quelle dottrine, che coi loro principj negavano la famiglia e lo Stato, non ne potevano appagare gl’istinti socievoli e l’inclinazione al pacifico e stabile ordinamento della cosa pubblica. Tuttavia [171] Lao-tse, Me-ti, Yang-chu e altri antichi autori anticonfuciani restarono come autori classici, i quali anche oggi sono letti e studiati non solo dai dotti, ma ancora da ogni persona colta: e i loro libri hanno colaggiù frequenti ristampe insieme coi testi dell’ortodossia confuciana.
1910
DEL CONCETTO D’UGUAGLIANZAPRESSO
GLI ANTICHI CINESI
[175]
I.
La lingua cinese non ha neanche la parola, che esprima quel che noi intendiamo per "uguaglianza". Invece quante cose buone e cattive si sono compiute nel suo nome, in Occidente! Quanta parte ha avuto nella storia; e quante promesse contiene anc’oggi quella parola, che ha sì grand’eco negli animi di ognuno!
Sembrerà, a dir poco, bizzarro, trattare il tema "Del concetto d’uguaglianza" nelle dottrine politiche d’una nazione, che non possiede il vocabolo per esprimerlo. Intendo che non lo possiede nel significato ampio e suggestivo, come dicono oggi, che ha tra di noi; imperocchè non potrebbe essere che una lingua non avesse vocabolo capace d’esprimere il giudizio d’un paragone tra cose e persone, aventi medesimi caratteri e qualità. In fatti quella lingua possiede parole diverse per significare uguaglianza rispetto alle quantità, uguaglianza [176] rispetto alle qualità, uguaglianza rispetto al valore; e per conseguenza uguaglianza rispetto al valore sociale e politico degli individui, componenti un consorzio civile.
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