Ciò si rivela dal complesso dei "Libri Sacri", Se-shu; e tal concetto è specialmente espresso con questa frase: "Gli uomini quando nascono son tutti uguali per natura, ma l’esercizio della vita li differenzia"(107). Siffatto concetto espresso in tal forma, è divulgatissimo; tanto [180] che la detta frase, tolta di pianta dal testo confuciano, si trova messa a capo d’un libriccino per fanciulli, il San-tse-king, che da più di sei secoli è usato nelle scuole elementari della Cina: non è perciò a dire per quante centinaia di milioni di cervelli mongoli sia passata questa idea e in quanti ancora vi venga insinuata.
      Il complesso delle sensazioni e delle passioni, che costituisce la personalità fisica, la quale è individualmente diversa, è in continua lotta, come notammo, con le facoltà morali e intellettuali in tutti ugualmente ripartite. Ora per impedire che essa soverchi o vinca, il mezzo che i Cinesi han trovato più efficace, è l’educazione e l’istruzione, impartite con assidua cura fin dalla più tenera età.
      L’educazione indirizzata a questo fine - intendo al fine di rendere attive le qualità morali della natura umana ed avviarle ad operare pel bene proprio e pel bene altrui - è il fondamento del governo, secondo Confucio. L’educazione, afferma egli, rinnova gli uomini; ossia li rende alla loro originale uguaglianza, e pone l’equilibrio tra le attività fisiche e le attività psichiche d’ogni singolare individuo(108). Perciò dice il Li-ki, "Gli antichi re, volendo rendere stabile lo Stato e ben governare il popolo, attendevano principalmente all’educazione e all’istruzione"(109). [181] Impartiti come si deve i principj di questa educazione, e inculcati sempre nella stessa forma per secoli e secoli, essa ebbe un’azione trasformatrice così potente sul popolo cinese, da rendere ereditarie quelle qualità e quelle virtù necessarie all’uomo incivilito, le quali presso altre nazioni sono acquistate con fatica, e praticate sotto l’impero della legge.