Così troviamo scritto, per esempio, "Onoriamo Varuna, Sûrya, Indra, Agni, Vâyu, ec. e i Viçvadevâs": ossia, il cielo, il sole, il fuoco, il vento e la moltitudine degli Dei. Nello stesso modo il nostro testo, dopo avere enumerati gli oggetti naturali più importanti - il cielo, il sole, le stelle, la temperie, la pioggia, le stagioni - e le più notevoli diversità del suolo - i monti, le valli, i boschi, le colline - aggiunge: e tutti gli Spiriti delle quattro parti della terra.
      Le personificazioni della fecondità del suolo, Shè, e delle sue produzioni, Tsih, formano una coppia divina, intorno alla quale si costituiscono le prime aggregazioni della società cinese; di cui esse divengono gli spiriti tutelari, con culto pubblico e privato. Ho trattato in uno scritto speciale di queste divinità tutelari della famiglia e dello Stato nell’antica religione della Cina,(116) e non tornerò a ripetere qui le cose che ho [199] dette; ma a confortare sempre meglio il fatto delle origini religiose dell’una e dell’altro, aggiungo altre citazioni del Li-ki, che sono al caso. - "Suddividendo il paese, e fondando i reami e le città di primo e second’ordine, si stabiliscono al tempo stesso i templi e gli altari." - "L’interno del tempio raffigura il territorio dello Stato." - La formula, in fine, con la quale un principe domandava, ad un capo di famiglia, una fanciulla in isposa, era: "Concedete che la vostra figliuola venga meco ad aiutarmi a servir gli Antenati e i Genj tutelari del mio paese".
      Il culto dei medesimi antenati e dello stesso spirito tutelare, ovvero, per parlare il linguaggio dei nostri antichi, il culto dei medesimi Lari e dei medesimi Penati, era il legame che teneva uniti i membri d’una stessa famiglia, e i cittadini d’uno stesso Stato.