Così nella Grecia come in Roma, nell’India come in Egitto, le primitive tribù furono tenute insieme da culti speciali. Dappertutto, il tempio era il luogo attorno al quale si formava la città. E fin anco presso popoli rozzi, come per esempio gli Ostiachi, vediamo anc’oggi l’uso dello stesso luogo consacrato e dello stesso sacerdote, essere legame che unisce gli uomini(117). Le feste di alcuni Dei, che erano feste nazionali pel paganesimo; le feste de’ Santi patroni, che sono feste provinciali e cittadine pei cattolici, provano anch’esse come [200] le prime società fossero tenute insieme dalla religione: unite dalla venerazione d’un medesimo oggetto di culto.
Ogni Stato, ogni città, ogni villaggio, ed ogni famiglia, avevano dunque anche nella Cina antica, il loro particolare altare consacrato ad un Genio tutelare. Oltre a ciò è da osservare, che il Genio tutelare di uno Stato vinto passava nel territorio dello Stato vittorioso; ma non confondevasi mai col Genio tutelare di questo. Aveva un tempio separato, e un culto distinto. I Penati della vinta Troia passarono a Roma e ne divennero i protettori. Nella Cina questo non sarebbe stato possibile; stimandosi assurdo che una divinità, la quale non seppe difendere sè stessa, nè coloro che le erano devoti, prendasi da altri come patrona: - ".... quæ dementia est extimare his tutoribus Romam sapienter fuisse commissam, et nisi eos amisisset, non potuisse vastari? Imo vero victos deos tamquam praesides ac defensores colere, quid est aliud quam tenere non numina bona sed nomina mala?
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