Pagina (135/246)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      A questa sventura riparano appunto le pratiche religiose, particolarmente [203] descritte nel testo che ci serve per questo studio. Nella cronaca che ha per titolo Tso-ch’wen, si trova scritto, che nell’anno 535 a. C., essendo stato ucciso Liang-siao, lo spirito di lui divenne malefico; per modo, che si cercò chi volesse fargli da figliuolo, per rendergli i dovuti sagrifizj, affinchè l’anima del defunto cessasse d’esser pericolosa. Speciali sagrifizj allo stesso fine, si facevano a coloro che morivano ancora giovanetti, e per conseguenza anch’essi senza prole, come è detto nel testo.
      A quanto ora si è esposto, è bene aggiungere poche parole intorno alla parte della donna nelle pratiche religiose, e nelle funzioni sacerdotali. Le donne, nella Cina antica, partecipavano al culto tanto pubblico quanto privato. Abbiamo già detto che quando un sovrano domandava una sposa, la domandava per aver chi lo aiutasse a servire gli Antenati e i Genj tutelari del paese. Imperocchè al culto è necessario che prendano parte, in persona, il marito e la moglie". - La donna, in morte, aveva sagrifizj come i defunti maschi. Perchè tra gli spiriti dei morti non si riconosce differenza di sesso, nè di condizione: sono tutti uguali; ed hanno tutti i medesimi diritti alla venerazione dei viventi".
      Sacerdozio propriamente non v’era. Ma tutti coloro che erano preposti a qualche pubblica faccenda, avevano ancora, come conseguenza della loro carica civile, e in proporzione di quella, determinati obblighi [204] religiosi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La vecchia Cina
di Carlo Puini
Editore Self Firenze
1913 pagine 246

   





Tso-ch Liang-siao Cina Antenati Genj