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      Confucio fecegli allora la seguente risposta: - "L’Etere, Khi, è la condizione perfetta del Shen. E la vitalità, P’oh, è la condizione perfetta del Kwei". - Ora dunque se questo "Etere," o meglio questo Khi - per usare soltanto la parola cinese, senza insinuar preconcetti nella traduzione - se questo Khi è lo stato perfetto di ciò che la religione chiama Spiriti, Genj, Dei - chè in tali modi si può rendere il cinese shen - è forza innanzi sapere che cosa s’abbia ad intendere con quel monosillabo.
      Nei dizionari la voce Khi è tradotta vapore, aria, soffio, alito, spirito, anima, etere, materia prima, [208] sostanza intima delle cose. Secondo la cosmogonia cinese, l’universo è uscito da una sostanza sottile, rarefatta, eterea; la quale condensandosi ha prodotto i cinque elementi; e questi mescolandosi insieme in proporzioni diverse hanno formato la materia, la terra e tutti i corpi della natura. Questa sostanza prima, questo etere primordiale cosmico, da cui tutto nacque, è il khi. Il quale riguardato nel suo stato originario è chiamato, più specialmente Tsing-khi, "Etere puro", Chen-khi, "Etere perfetto", Ling-khi, "Etere spirito". Nello spazio esso esiste come fluido interplanetario. Gli astri sono composti delle sostanze pure dei cinque elementi provenienti anch’esse, come s’è detto, da una prima condensazione del khi primordiale(121).
      Ma il khi, nel suo stato puro e primitivo, non si trova soltanto negli spazj celesti, si trova anche, in natura, dentro tutti i corpi; i quali ne sono compenetrati.


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La vecchia Cina
di Carlo Puini
Editore Self Firenze
1913 pagine 246

   





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