Riferendosi a quel che dice il Li-ki, ai §§ 45, 46, 47, 48, 49, 55 del capitolo XI (IX secondo altri) ecco quali sono questi otto spiriti, e quale il culto che loro conviene. Cha è, come dicemmo, il nome degli [221] spiriti e del sagrificio; il quale, quando s’indirizza a tutti e otto in complesso, si chiama Ta-cha.
Questo sagrificio facevasi la 12a luna dell’anno, tempo in cui la terra contiene nel suo seno i semi de’ cereali; e 1’offerta era diretta appunto a procurare che la futura raccolta riesca abbondante. Infatti la voce Cha è spiegata dal nostro testo, "ricolta, mèsse"(132). Il dodicesimo mese era scelto per tal sorta di feste, "perchè," dice il commento, "era il mese che chiude l’anno agricolo. Tempo in cui ogni cosa ritornata già alla sua origine, si prepara a ripigliar vita: tempo in cui l’uomo, desiderando ringraziare gli Spiriti pel merito ch’eglino hanno in ciò, vuole propiziarseli per domandare un’abbondante raccolta". (Questa specie di feste rustiche sono anche dette le feste del riposo del popolo. - "Gli agricoltori terminate le fatiche annuali, hanno un giorno di letizia: è il giorno della festa Cha, che è anche detta della ricompensa a’ contadini. La raccolta viene dopo la detta cerimonia; e dopo essa, il riposo".
A questo proposito, un comentatore fa osservare, che se le feste dei Cha facevansi il dodicesimo mese, che cade in inverno, non potevano essere quelle del riposo che si pigliano i lavoratori della campagna dopo la mietitura. Se non che è da osservare, che l’inverno è anch’esso pei contadini, un tempo di riposo, non [222] addicendosi la stagione al lavoro dei campi; ed è forse appunto a questo riposo invernale, che il nostro testo vuole alludere(133).
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