Queste pratiche religiose che si riferivano alla vita esclusivamente agricola, caddero a poco a poco in disuso; e non è perciò da maravigliare se non se ne conservò una precisa memoria. Le cerimonie col progresso del tempo cambiarono indole, e la confusione tra le vecchie usanze e le nuove, portarono ad una ben naturale incertezza nel descriverle(143).
1886.
[228]
IIILA PIETÀ FILIALE
E IL PRINCIPIO D’AUTORITÀ
Qual posto abbia la religione nella costituzione della società cinese, è detto, in poche parole, da questo passo del Li-ki: - "Fabbricata la reggia, viene eretto al tempo stesso l’altare". La qual cosa c’insegna chiaramente, che l’autorità politica era rafforzata dall’autorità religiosa; e che l’una e l’altra andavano del pari.
Infatti la religione è chiamata, nel testo citato: "Principio d’autorità per la schiatta, oggetto di soggezione pei pubblici ufficiali, argomento di sommissione pei popoli; i quali conosciuta, per essa, una potestà suprema, non osano ribellarsi". Fin qui il testo è d’accordo con Aristotile; il quale disse, che i miti furono inventati dai legislatori "per persuadere la folla, e servire di sostegno alla legge"(144).
Queste idee non s’accordano però col progresso, nè si addicono alla costituzione delle odierne società; nelle quali la Chiesa e lo Stato van sempre più distinguendosi; procurando di far riposare il principio d’autorità, su tutt’altro che la religione. Se non che [229] è diverso assai il modo con cui s’intende tra noi la parola religione, e il modo con cui la intende Confucio.
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Li-ki Aristotile Chiesa Stato Confucio
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