Per la qual cosa la cerimonia religiosa, di cui si è fatto parola di sopra, rappresenta questa uguaglianza primitiva degli uomini, queste distinzioni acquistate, la possibilità in ognuno d’acquistarle, e la necessità assoluta di riconoscerle e rispettarle. Cosicchè la uguaglianza, nel pensiero cinese, s’accorda col principio d’autorità; e il diritto di partecipare alla potestà pubblica, col dovere di stretta sommissione a coloro che l’hanno conseguita.
1886.
V.
IL BUDDHISMOGIUDICATO DAL CONFUCIANESIMO
Da un libro cinese che ha per titolo Pien-hwoh-pien, il quale potrebbe tradursi "Delle credenze che turbano la ragione", tolgo alcuni brani, che riferisco qui appresso.
[247] Le notizie che si leggeranno non sono nuove; perchè il libro, come quasi tutti i libri cinesi d’erudizione è composto di brani d’opere diverse, ordinati per materie; e parte d’alcune di quelle opere sono conosciute in Europa. Ma i passi che ho presi a tradurre riferendosi a giudizi che autori confuciani portano intorno a certe credenze religiose introdotte in Cina, ci saranno utili per giudicare il valore sociale del Confucianesimo stesso; perchè tutti i difetti che si vanno annotando in esse, si vogliono convertire, in sostanza, dal compilatore del libro citato, in pregi della religione ortodossa di stato. Bisogna però aver presente, che essendo il compilatore un confucianista de’ più ortodossi, sceglie le sue citazioni e i suoi giudizi tra autori del suo stesso modo di pensare; e che quei giudizi possono essere perciò troppo severi, ed anche ingiusti.
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