Al tempo di Ming-ti degli Han si cominciò ad avere in Cina la religione buddista; e Ming-ti regnò appena 18 anni (58-76 d. c.); dopo di lui, disordini, calamità, rivoluzioni; solo pochi anni di pace, e poi vengono i Sung, gli Ts’i, i Liang, i Ch’en e gli Wei (420-523); sotto i quali il Buddismo andò a mano a mano pigliando importanza; mentre, dall’altra parte, la vita e la durata delle famiglie sovrane diventano sempre più brevi. Soltanto Wu-ti dei Liang (520-550) regnò 48 anni. Innanzi e dopo di lui il Buddismo si era diffuso, e molti si facevano monaci
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I seguaci di Çâkyamuni non usano vittime nei sagrificj, e fanno un solo pasto quotidiano, di soli vegetali. Dopo non mangiano più, fino al giorno di poi, anche se si sentono morire di fame. In questo modo le città più fiorenti in breve si distruggerebbero. Professare il Buddismo è cercare un’incerta felicità, procurandosi una sventura certa. Questo solo dovrebbe tenere ognuno lontano da quella religione
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Negli anni Wu-te, regnando i Thang (618-627), [252] Fu-yih, istoriografo imperiale (Tai-shi-ling) presentò al sovrano un memoriale in questa forma:
- La dottrina dei Paesi d’Occidente [intende il Buddismo] non insegna nessuno dei doveri sociali. Gli obblighi del suddito e del principe, del figliuolo e del padre di famiglia sono affatto trascurati. Discorre invece lungamente dell’impurità dell’esistenza e dei diversi rinascimenti(162); così che gli sciocchi e gl’ignoranti ne restano ingannati per siffatto modo, che li vediamo intenti a fuggir le conseguenze di peccati commessi in una esistenza passata, aspirare ad una felicità da conseguirsi in una esistenza futura, e a non tener conto di tutto quello che riguarda la vita presente.
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