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      Le fasi solari e le variazioni diurne sono da’ nostri autori cinesi, come vedemmo, spiegate per la varia posizione della volta emisferica celeste (§ 14); dalla varia altezza della medesima, giudicata dall’altezza diversa del polo nelle varie stagioni (§ 18), o dalla vicinanza o dalla lontananza [303] dell’Orsa minore; la quale emanando influenze frigide, è cagione del freddo invernale, se è più vicina a noi, del caldo estivo se ne è lontana (§§ 15, 18). Altri pensò che il sole non tramontasse dietro nessun sollevamento terrestre, ma si accendesse al sorgere e si spegnesse la sera; come Epicuro pensò che si accendessero o si spegnessero gli astri del cielo. Questo accendersi o estinguersi del sole, è, pe’ Cinesi cagionato dal principio Yang, che domina l’oriente, e dal principio Yin, che domina l’occidente (§ 17). Cosicchè il sole non crepitava spento nell’ oceano - Audiet Herculeo stridentem gurgite solem -, ma veniva sopraffatto e vinto dal principio negativo e tenebroso Yin, conservando pur sempre virtù di risplendere nuovamente, tosto che, volto ad oriente, incontravasi col principio Yang. Bizzarra è poi l’opinione di quell’autore cinese, il quale sostiene che il tramontare del sole non è che una vana apparenza. La vista, egli dice, è spesso ingannata dall’apparenza: l’azzurro del cielo, il colore che gli oggetti prendono in distanza, il congiungersi del cielo con la terra all’orizzonte, sono fatti dovuti all’imperfetta vista dell’uomo. Così appunto accade della luce del sole, il quale al tramonto sparisce, non perchè siasi nascosto dietro un monte o sotto la terra, ma perchè si è talmente allontanato da chi l’osserva, che l’occhio non è più capace di vederlo (§ 16). Il contrario asserisce Lucrezio; il quale dice lo spazio interposto tra noi e gli [304] astri, non toglier nulla all’ampiezza e alla luce de’ medesimi.


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La vecchia Cina
di Carlo Puini
Editore Self Firenze
1913 pagine 246

   





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